Django Illhope

by Blue
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Django Illhope

Django Illhope è un tiefling originario di Ecsmor, appassionato ricercatore e innovatore nel campo della tortura sia fisica che psicologica. È nota in particolare la sua teorizzazione del Tormento Personalizzato, un metodo di infliggere sofferenza basato sulla concezione che "ognuno soffre a modo suo"[1].

Figlio d'arte di torturatori professionisti, Django si è sempre distinto dai suoi fratelli per curiosità e spirito indagatore, pur rimanendo assolutamente in media in quanto a crudeltà.
Ancora giovane, annoiato dalla monotonia del mestiere di famiglia, abbandona l'isola dov'è nato per esplorare il Multiverso alla ricerca di modi nuovi e originali di far star male la gente. Durante i suoi viaggi catturerà l'interesse del demone Socrates, con il quale stipula un patto che gli garantisce poteri da warlock.

Storia

Gioventù in Ecsmor

Django nel giardino della magione degli Illhope

Nato nel 976 D.M.N., Django è l'ultimo discendente del clan tiefling degli Illhope, una benestante famiglia di torturatori professionisti. La loro magione-laboratorio è situata in Ecsmor, a sud dell'Arcipelago, ed è facilmente raggiungibile anche via nave. Questo fatto, unito alla peculiarità dell'attività di famiglia, ha permesso al piccolo tiefling di venire in contatto con diverse culture e filosofie, stimolando la sua innata curiosità per il mondo. Lo si poteva trovare spesso nelle sale della magione a conversare con i clienti di veleni e strumenti di tortura esotici, o anche nelle segrete a chiedere ai prigionieri quale parte del corpo gli facesse più male.

Più gracile dei suoi fratelli, e con una passione per la lettura, Django non ha mai pensato di continuare la tradizione familiare: la monotonia delle torture di suo padre lo annoiava quasi quanto la chiusura mentale dei suoi fratelli maggiori, e così, ancora giovane, si è allontanato da Ecsmor alla ricerca di nuovi stimoli e modi originali di indurre sofferenza. Il suo sogno nel cassetto è cambiare il mondo in peggio, per sempre.

Eremitaggio nell'Arcipelago

Un ritratto di Django nel periodo degli eremitaggi per l'Arcipelago
Un primo prototipo della Stretta di Mano

Django ha passato quindi diversi anni in viaggio per il mondo studiando la difficile ma dolorosa arte della chirurgia e i segreti dell'anatomia delle creature del Multiverso, nonchè principi di magia e arti arcane. In questi anni Django mette a punto il suo metodo di Tormento Personalizzato, una serie di tecniche originali di tortura diversificate per razza. Tra le molte, citiamo la Stretta di Mano: pensato in origine come strumento di tortura per fabbri e orafi di stirpe nanica, si presta in realtà a punire artigiani di qualsiasi razza. Il marchingegno, da applicare a coppie agli arti superiori del malcapitato, è pensato per immobilizzarne le dita e lentamente slogarle e lussarle fino a rendere le mani permanentemente inutilizzabili. Il processo, a seconda del settaggio degli ingranaggi, può durare anche settimane.

Vita da Avventuriero

È in questo periodo che Django cattura l'attenzione di Socrates, un antico e potente demone che passa la sua esistenza recluso in sperduti angoli del Piano Materiale, disgustato dai suoi simili che risiedono nell'Abisso.
Socrates rifiuta i modi brutali della sua stirpe per abbracciarne di più raffinati: tra i suoi meriti si annovera l'utilizzo di rituali magici per rimuovere chirurgicamente tutte e sole le memorie felici di una creatura, o l'indagine degli effetti di ripetute esperienze mortali sulla psiche di halfling e gnomi; indagini, queste, che probabilmente sono alla base dell'ondata di sparizioni di chierici dell'ottavo secolo D.M.N., vista l'ingente quantità di resurrezioni che richiedevano.

Socrates vede grandi potenzialità in Django. Lo contatta e gli offre di stringere un patto che gli garantirebbe poteri aldilà della sua immaginazione; in cambio chiede solo che il tiefling prosegua il suo stimolante lavoro di ricerca, e lo superi un giorno nell'arte dell'infliggere dolore. Django, da parte sua, trova nel demone un mentore, un mecenate e un patrono dell'arte della tortura.
La loro affinità di menti e di intenti è sancita da un patto di sangue che rende Django un warlock a tutti gli effetti.

Inizia così un nuovo capitolo della sua vita: il topo di biblioteca ora può avventurarsi in prima persona in territori inesplorati, infliggere dolore e piegare le menti con l'aiuto della magia.
Questo sarà un periodo denso di avventure e scoperte: Django si dedica allo studio anche delle razze più pericolose come ad esempio gli orchi di Fartund.
Riportiamo qui, infine, quella che Django ricorda nelle sue memorie come "la più inaspettata e gradita di tutte le scoperte"[2]: nell'affrontare un ogre e il suo cane rabbioso a due teste, infatti, Django ricorre a un incantesimo per obbligare il mostro più stupido dei due ad attaccare l'altro; ed è quando l'ogre, contro la propria volontà, sfracella entrambi i crani del proprio fedele compagno, che Django assiste a uno spettacolo più unico che raro: il pianto di un mostro e lo spezzarsi del suo cuore. Dopo avergli spezzato anche il torace, il warlock si ripromette dunque di indagare più a fondo questa sottile ma efficace branca della tortura, troppo a lungo sottovalutata.

Personalità

Django Illhope è determinato nel rendere il mondo un posto peggiore. Non crede nella monotonia del male, ma nell'originalità e nell'eterno mutare del tormento. Segue i guizzi del proprio cuore avvizzito, e adora sperimentare nuovi e creativi metodi di tortura. La sua avventatezza nel testare nuove teorie lo mette spesso in situazioni scomode.

Equipaggiamento notevole

  • Libro delle Ombre: ricevuto da Socrates a un anno esatto dalla stretta del Patto, questo tomo contiene i rituali magici su cui Django è riuscito a mettere le mani finora
  • Talismano di Nimbus: donatogli dall'omonimo Uomo della Parola, questo talismano pentagonale permette a Django di evocare energia magica in cambio della propria energia vitale, e lanciare così incantesimi che gli sarebbero altrimenti preclusi
  • Falcetto sacrificale: rinvenuto nel tempio di Erythnul nei sotterranei della Gilda della Parola, è un meraviglioso falcetto rituale con manico intarsiato. Di interesse artistico più che di utilità pratica
  • Libro dei Sacrifici di Erythnul: recuperato assieme al falcetto sacrificale, è un libro che spiega dettagliatamente le diverse pratiche e molti dei contenuti del culti al dio del massacro
  • Tunica da adepto di Erythnul: un lungo abito scuro dotato di cappuccio che i seguaci del dio utilizzavano durante i sacrifici
  • Copia manoscritta originale di "I'll have a dream, you'll have a nightmare", il primo libro scritto da Django, dove sono esposte le sue teorie sulla necessità di originalità nell'arte della tortura. È in questo testo che Django discute la sua teoria del Tormento Personalizzato
  • Copia manoscritta della prima stesura (ancora in fieri) de "Il dolore degli altri", il secondo libro scritto da Django, in cui espone le sue scoperte sulla tortura psicologica

Curiosità

Un ritratto di Django donatogli dal figlio dell'oste del Cinghiale Danzante di Arlider. Sono visibili gli strumenti del mestiere che il tiefling porta sempre con sè per le emergenze
  • A causa di una serie di sfortunate coincidenze, Django è meglio conosciuto in alcune regioni del mondo come Einrich Mungiorchesse, per quanto solo pochi siano a conoscenza della vera identità di questo eroico paladino. Il disguido è nato in seguito ad una serie di esperimenti che Django ha condotto sulla tribù degli orchi di Fartund, che ha avuto l'indesiderato effetto collaterale di liberare un villaggio dai mostri che lo mettevano a ferro e fuoco ogni due per tre. Acclamato dal popolo, il warlock ha preferito non fornire il proprio vero nome, e così la fama del paladino ammazzaorchi ha finito per spandersi nei territori vicini e creare un vero e proprio alter ego che Django usa ogni tanto a proprio vantaggio
  • Django ha una singolare intolleranza agli atti di carità, che gli provoca gonfiori e pruriti anche gravi quando gliene capita uno nelle vicinanze
  • I cuccioli di umano sono tra le più tenere e morbidose creature del Multiverso. Come non perdonare, dunque, il debole che ha il tiefling nei confronti di queste palle di lardo e muco: Django adora i bebè, e se la sua occupazione glielo permettesse ne adotterebbe due o tre, per portarli a spasso al guinzaglio e insegnargli a rototraslare
  • Django è un chirurgo di una certa esperienza, ma non ha mai usato il suo talento per scopi benefici
  • durante il suo soggiorno ad Arlider, Django ha appreso l'arte della meccanica di precisione dallo gnomo orologiaio Joga, che ha messo a frutto progettando e realizzando alcuni dei più perversi marchingegni di tortura dell'Arcipelago, come ad esempio la Stretta di Mano (vedi sopra)

Fonti

  1. Django Illhope, "I have a dream, you'll have a nightmare", 993 D.M.N.
  2. Django Illhope, "Il dolore degli altri", inedito