Prot (The Dragon Slayer)

by Blue
Prot all'inizio della sua avventura

Prot The Dragon Slayer, conosciuto anche semplicemente come Prot, è un mezz'orco barbaro, figlio dell'orco Grunt, capo tribù di Farterund, e dell'umana Viola.

La storia di Prot il Guerriero

Durante l'avventura a Rivachiara, in una capanna abbandonata Prot rinviene delle pergamene, che si fa tradurre da Salazar . Si tratta della sua stessa biografia, scritta in linguaggio umano comune da sua madre. Il titolo è La storia di Prot il Guerriero.

Nascita

“Prot? Scordatelo! Non chiamerei mio figlio Prot neanche sotto tortura. È un nome così barbaro, così gutturale, così…” “Orchesco? Sai com’è, Viola, si sta parlando di mio figlio, il figlio di un orco. E non un orco qualsiasi: il grande Grunt, capo della tribù di Farterund, il cui fratello maggiore (pace all’anima sua) si chiamava Prot, il cui padre si chiamava Prot, il cui padre del padre si chiamava Prot, e così via da generazioni. E poi avevamo deciso così: se è maschio lo scelgo io se è femmina lo scegli tu. Non vorrai metterti a discutere con un orco.” “Ma smettila Grunt, come se mi facessi paura. Sai benissimo che potrei stenderti da un momento all’altro…” risponde Viola, accennando ad un leggero ma percettibile movimento verso la tasca. Grunt sussulta, come ormai è abituato a fare ogni volta che sua moglie minaccia di usare il suo libro di incantesimi, ma si tratta solo di un riflesso. Grunt sa benissimo che sua moglie non userebbe mai la magia contro di lui, almeno non per un motivo così banale. “Piuttosto” riprende Viola sorridendo e accarezzandosi il pancione, "speriamo tanto che sia una bambina, così può avere un nome umano. Azalea, come la nonna…”. “Per quanto non capirò mai cosa ci trovi di così bello negli stupidi nomi umani, ti dirò che Azalea non mi dispiace. Ma tanto è un maschietto, me lo sento.” risponde Grunt, accennando ad una carezza, un gesto di una tenerezza che rappresenta quanto di più lontano possa esistere dalla natura degli orchi.

Proprio in quel momento, mentre Grunt e Viola si stanno godendo la pace e la tranquillità di una notte nel loro luogo di ritrovo segreto, si sentono dei passi. Qualcuno sta correndo verso la casa abbandonata sul confine, e a giudicare dal rumore non si tratta di un umano. “Grunt, apri!” grugnisce una voce al di là della porta. “Snarl? Cos’è successo?” Grunt apre la porta. Un orco enorme deve chinarsi per entrare, poi si chiude la porta alle spalle controllando di non essere inseguito. “Oxar. Ha deciso di attaccare il villaggio degli umani” risponde Snarl. “Quando?” chiede Grunt, un’espressione vuota in volto. Ma Snarl non fa nemmeno in tempo a replicare che un urlo riecheggia da lontano, seguito da un altro e un altro ancora. Questa volta non ci sono dubbi, si tratta di urla umane. Donne umane. “Snarl, corri a chiamare Faxe e gli altri. Io vado a cercare di far ragionare Oxar”. Snarl annuisce e riparte con la stessa velocità con cui era arrivato. Viola guarda Grunt con un’espressione di terrore dipinta in volto “Grunt. Il villaggio, i bambini. Mia madre…”. “Viola, guardami!” ordina Grunt, questa volta con l’autorità che può solo appartenere ad un orco che ha governato la sua tribù per anni. “Non succederà niente. Oxar si sarà montato la testa come al solito. Scappa nel prossimo villaggio a sud, so che puoi usare la magia per arrivarci”. “Ma..” risponde Viola. “Niente ma! Non provare a fare l’eroina anche questa volta. Ricordati che non sei più da sola ma hai la responsabilità del bambino. Ci vediamo tra una settimana, solita ora solito posto.”. Viola annuisce e si dissolve nell'aria, ma un brutto presentimento la assale. E l’istinto di Viola non ha mai fallito finora.

L'adolescenza