Avventura a Tartarus
Nel corso dell'anno xxx, il gruppo di avventurieri noto come Gli Spalamorte è in procinto di stravolgere i delicati equilibri di Tartarus con un'impresa senza precedenti.
Ma procediamo con ordine. Tutto inizia con un disilluso paladino devoto a Pelor che è alla disperata ricerca di una cura per il raro morbo che affligge la sorella Clara. La situzione è grama, il nostro paladino Dame non sa più a chi rivolgersi ed è ad un passo da abbandonarsi allo sconforto, quando gli giunge una notizia inaspettata. Un tenue barlume di speranza si accende in lui, ed è tutto ciò che gli serve.
Teredal, celebre chierico di Pelor e pretendente alla mano della dolce Clara, ha sentito dire che nelle viscere di Tartarus sono sepolti tesori di ogni sorta, magie arcane ed oggetti dai poteri strabilianti. I fondi dei due devoti di Pelor sono agli sgoccioli e assoldare i più rinomati luminari per trovare una cura è estremamente dispendioso. L'ingente somma presa in prestito da Finnan il mercante (o il ricettatore, a seconda di a chi chiedi) è ormai svanita e non resta più nulla da vendere per far cassa.
E' così che i due decidono di partire alla volta del terribile Tartarus, in compagnia di Finnan, proprietario del negozio La Mano Sinistra dove è impiegata Clara, e Quidelix un eccentrico regolare del negozio.
Giunti a Tartarus il gruppo, allora ancora conosciuto come Gli Spalamerda, si distingue immediatamente guadagnandosi già alla prima discesa il rispetto del vecchio Prelz e di tutti i regolari della Balena Bianca.
Gli Spalamerda sono motivati, non hanno tempo da perdere e hanno il fato dalla loro. Invece che addentrarsi per le solite vie battute si aprono la strada nei cunicoli alla ricerca del colpo grosso e dei poveri fratelli Spelunker, vittime più recenti del barbaro e implacabile Tartarus.
E' con la loro ferrea determinazione a seguire le tracce dei dispersi fratelli Spelunker che si imbattono in un temibile Oni, un predatore formidabile. I ruoli di predatore e preda sono però presto invertiti e gli Spalamerda riescono a seguire l'Oni fino al suo covo, per poi abbatterlo prima che possa trovare rifugio. Anche il corpo martoriato di uno degli Spelunker è recuperato, vittima della perfidia dell'Oni.
Per Gli Spalamerda non è sufficiente e insistentemente cercano l'accesso al covo dell'Oni. Senza troppe sottigliezze, un gigantesco Dame sfonda il muro che li separa da questo orrendo luogo di perdizione. Lì si scontrano con le perfide Strighe, annientandole in uno scontro feroce a cui solo la malefica Axabelle riuscirà a sfuggire. Il drappello di eroi si appropria del notevole bottino accumulato dalle Strighe e si imbatte nel disperso Michele Grimaldelli.
All'Avamposto i legami con Prelz si consolidano, era amico intimo dei fratelli Grimaldelli che credeva ormai defunti. La situazione si fa tesa con la Gilda delle Guide per colpa di una dura incomprensione con una giovane guida, situazione poi risolta grazie all'intercessione dell'oste della Balena Bianca.
Qui gli Spalamerda, complice il raffreddamento della pista che stavano seguendo, si concedono un detour cercando di raggiungere il retro del Lago di Catrame e venendo a contatto con altri misteri di Tartarus, qualche bottino e qualche bestiola davvero poco carina.
I nostri eroi vengono rimessi presto in pista dall'odiosa Axabelle che di notte tortura incessantemente il povero Quidelix che ha maledetto nel loro primo scontro. Inoltre, grazie all'impagabile saggezza del loro nuovo amico Prelz, vengono a conoscenza dell'esistenza di una pietra in grado di curare ogni male. Per uno scherzo del fato, la descrizione combacia perfettamente con la pietra posseduta da Axabelle.
L'obiettivo è ormai chiaro.
Senza perder tempo, gli Spalamerda si mettono sulle tracce della perfida striga. Nel suo covo, oltre il boschetto, avviene il secondo scontro tra gli avventurieri di Smeralda e Axabelle, supportata dalle sue anime tormentate (tra cui il povero Francesco Grimaldelli) e degli scheletri di Oltremorte.
Anche questa volta gli Spalamerda hanno la meglio, anche questa volta la striga sfugge alla cattura beffardamente.
I nostri eroi non si danno per vinti e intraprendono uno strenuo inseguimento durante il quale sgominano scheletri di Oltremorte senza pietà, recuperano la testa parlante del vecchio Acab e il corpo esanime del secondo Spelunker. L'inseguimento si deve interrompere di fronte alle porte di Oltremorte, custodite da Leoric il terribile. Gli Spalamerda sono allo stremo delle forze e devono battere in ritirata, ripromettendosi di tornare il giorno seguente a finire l'opera.
Assaltare Oltremorte è un'impresa titanica. Agli Spalamerda servono più uomini, è così che tentano una campagna di reclutamento per unire diverse squadre di avventurieri. L'idea non suscita l'entusiasmo sperato, in quanto i più considerano assaltre Oltremorte come una missione suicida. Solo gli Spaccateschi si uniscono agli Spalamerda per l'assalto.
I numeri non sono quelli sperati, ma ritirarsi non è un'opzione.
Gli Spalamerda tornano sui loro passi, attirano Leoric in una trappola e danno il via a uno scontro furibondo che li vede vincitori, non senza difficoltà. Si procede la marcia annichilendo il drago non-morto di Leoric, saggiamente separato dal padrone.
Durante questo scontro gli Spaccateschi subiscono ingenti perdite e sono obbligati a ritirarsi.
Gli Spalamerda, impavidi, proseguono il loro assalto caparbiamente scontrandosi con T'Vatna e Axabelle, supportati dalle orde di scheletri di Oltremorte. Lo svantaggio numerico è schiacciante e la battaglia sembra senza speranza.
Teredal rinnega per la terza volta il suo dio, riufiutandosi di battersi in uno scontro senza speranza e spingendo dalle retrovie per una ritirata strategica.
Compresa la terribile situazione, Dame compie un gesto disperato, un azzardo che solo un uomo senza nulla da perdere avrebbe pensato di tentare. E così che il leggendario paladino decide di incendiare il gasdotto di Oltremorte, generando un'esplosione a catena che scuote anche le viscere più recondite di Tartarus.
La devastazione generata da quest'atto di follia e coraggio è senza precedenti. Oltremorte viene rasa al suolo e con lei i suoi abitanti.
Nell'esplosione Finnan perde un braccio e per un soffio sopravvive all'evento.
L'insormontabile superiorità numerica delle schiere di Oltremorte è in un attimo annientata, ma la situazione resta drammatica: Finnan è vivo per miracolo e senza un braccio, Quidelix è stremato da notti insonni di tortura che lo hanno ridotto all'ombra di se stesso, Teredal è stato abbandonato dal suo dio che lo ha lasciato inerme ed impotente, Dame è gravemente ferito.
L'obiettivo è così vicino, eppure così lontano.
Vicino o lontano non fa differenza per gli Spalamerda che passo dopo passo sono determinati ad andare fino in fondo.