Lercio il Mimic

by Blue
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Lercio il Mimic è un mostro dall'animo semplice, che apprezza i piccoli piaceri della vita. Come ad esempio un incauto halfling che si avventa su quello che assomiglia terribilmente a uno scrigno pieno di monete preziose.

Da umili origini, Lercio si è fatto strada grazie al suo spiccato istinto di sopravvivenza e al suo pessimo senso dell'orientamento: lungo i primi secoli di vita è stato sempre lontano dalle lame di eroi e avventurieri perchè nelle grotte che infestava sceglieva sempre come tana il luogo più angusto, inutile e irraggiungibile possibile. Un raro talento, questo, che dimostra ancora oggi.

Estratto dal Compendio delle Creature Mostruose

I mimic sono creature strane e letali in grado di cambiare la loro pigmentazione e la loro forma. Usano questa capacità per attirare le sventurate vittime abbastanza vicino da ucciderle. Si pensa che i mimic non siano creature naturali, ma che siano stati creati molto tempo fa da un mago ora dimenticato. Da allora, queste terribili creature sono state utilizzate per fare da guardia ai tesori. Un mimic può avere qualsiasi dimensione, ma di solito non è più lungo di 3 metri. Un mimic normale ha un volume di 4,05 m3 (1,5 per 1,5 per 1,8 metri) e pesa approssimativamente 2.250 kg. I mimic parlano il Comune, e sono in genere intelligenti quanto un essere umano medio.

Biografia

Gioventù

Lercio appena nato

Figlio d'arte di un Mimic mite e non particolarmente avventuroso, Lercio capisce presto che è chiamato a prede più grandi, a caverne più pericolose, a un destino che fisserà il suo nome nella leggenda.

Ma non sa da che parte cominciare. Quindi si trasferisce dallo zio Marcio, che mastica arti in una grotta umida e popolosa nei pressi di Tanthrob. Sotto la tutela dello zio, Lercio impara tutti i trucchi del mestiere, dallo "scrigno abbandonato" alla "sedia dal design particolarmente comodo", fino alla difficile ma efficace "amaca goblin".

I secoli passano velocemente, tra una scorpacciata e una ritirata strategica, finchè un giorno gli scavi sotterranei dei Nani di Har-ma-toor non sfociano all'improvviso in quel buco che Lercio, ormai, chiama casa, facendone crollare una buona parte.
Nello scompiglio generale, Goblin, Ragni Giganti e Miconidi si danno alla fuga, mentre i Nani di Har-ma-toor fanno del loro meglio per non sembrare sorpresi del clamoroso errore di calcolo commesso. In quel fatidico giorno, zio Marcio ha perso la vita ridotto in poltiglia da un masso, proprio come diceva sempre che avrebbe voluto andarsene. Per Lercio, invece, era l'inizio di una nuova vita.

Vita nella Miniera Scarlatta

L'avidità aguzza l'ingegno. E i Nani sono notoriamente avidi. E ingegnosi. A questo punto suppongo che le due cose siano correlate.
Ad ogni modo, nel periodo in cui invadevano per sbaglio la grotta di Lercio e zio Marcio, i Nani di Har-ma-toor stavano escogitando un sistema per proteggere la loro più grande ricchezza: la Pietra Rossa, con la quale producevano armi e armature dal colore scarlatto e dalla resistenza impareggiabile. L'idea che andava per la maggiore era chiudere il filone dietro una porta con una serratura multipla, cosicchè non bastasse una sola chiave per raggiungere la Pietra Rossa, ma tre. Ovviamente la preoccupazione maggiore era a chi consegnare suddette chiavi e come essere sicuri che neanche una finisse nelle mani sbagliate o andasse persa per sempre, nel qual caso nessuno avrebbe più potuto accedere al filone. Venne allora decretato che non tre comuni chiavi, bensì tre gemme (un Rubino, uno Zaffiro e uno Smeraldo purissimi) sarebbero state affidate a tre mostri da guardia, opportunamente addestrati e allevati all'interno della Miniera Scarlatta.

Lercio era esattamente quello che serviva ai Nani: un mostro di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza, disposto a passare il resto della sua esistenza abbracciato a una pietra preziosa in un buco scuro e umido sottoterra.

Per gli anni a venire il Mimic ha dunque fedelmente protetto il Rubino, godendo della vista della Pietra Rossa ogniqualvolta un fabbro accedeva al filone per recuperare della materia prima. Occasionalmente riusciva a leccarne un pezzettino, o persino a raccogliere da terra i residui delle picconate. Con il tempo, per Lercio la Pietra Rossa è diventata una dipendenza seria che ne ha peggiorato l'equilibrio mentale. Dopo quasi un secolo, gli stessi Nani dovevano convincerlo a insulti e picconate a farsi dare il Rubino, subendo i colpi dei suoi tentacoli e le sferzate dei suoi insulti.
Nonostante questo, e proprio per lo zelo che metteva nello svolgere il proprio compito, i Nani hanno lasciato Lercio alla sua mansione di guardiano della miniera fino al momento in cui non è sparito lui, il Rubino e un enorme carico di Pietra Rossa.

Vita presso la Mano Nera

Il primo incontro tra Lercio e la Mano Nera

Attorno al 4300 D.T. il Consiglio della Mano Nera, in missione per conto di Odin il Veggente, esegue un'incursione all'interno della Miniera Scarlatta in cerca di un antico artefatto. Nel loro cammino di distruzione, naturalmente, gli avventurieri si imbattono nel mimic. Per garantirsi il possesso del Rubino, in un improvviso slancio di empatia, il gruppo promette a Lercio di portarlo con sè nella stanza della Pietra Rossa.

Inizia così una proficua collaborazione che frutta a Lercio un nuovo posto di lavoro: il Consiglio lo assume infatti per proteggere il denaro e i tesori della Mano Nera, e in cambio è concesso al mimic di leccare la sua adorata Pietra Rossa e accoccolarsi attorno alle monete della Gilda.

Le ultime notizie posizionano Lercio da qualche parte tra Tanthrob e Pokhrob, in viaggio per raggiungere il suo nuovo posto di lavoro. Al meglio delle nostre conoscenze, non è ancora arrivato.